20 giugno 2023
Ci sono alimenti che dovremmo inserire costantemente nella nostra alimentazione per combattere l’infiammazione cronica e raggiungere il vero benessere. Ma voglio premettere una informazione importante, prima di cominciare: alcuni di questi alimenti, essendo veramente efficaci, potrebbero interagire con dei farmaci particolari e addirittura peggiorare alcune patologie. Quindi se sono in corso delle malattie con conseguente assunzione di farmaci, è sempre cosa buona e giusta chiedere al proprio medico o al farmacista. Sconsiglio vivamente l’assunzione a casaccio perché le interazioni potrebbero portare a conseguenze peggiorative. Ciò premesso è altresì' bene indicare che sempre più (ma ancora poco) si sente parlare di "infiammazione" senza specificare che quest'ultima non è sempre e per forza dannosa; infatti, a volte, va ad innescare tutta una serie di processi di riparazione spontanea. Quindi, quando occasionale, può considerarsi addirittura benefica. Quando invece questa si insidia nell'organismo in maniera permanente, cosiddetta "infiammazione silente", diviene cronica ed è fortemente dannosa. È infatti è alla base di tutte le malattie degenerative! La natura come sempre ci viene in sostegno e ci offre degli alimenti in grado di contrastarla, se usati con costanza. Comincerei dalla CURCUMA. Negli ultimi anni questo ingrediente è diventato di uso comune sulle nostre tavole, grazie al crescente apprezzamento della cucina indiana nel nostro paese. Viene utilizzata da millenni nella medicina ayurvetica e veniva definita "la spezia d'oro" per il suo colore giallo intenso. Grazie agli studi più recenti si è confermato che ha un effetto antinfiammatorio molto importante paragonabile ai farmaci FANS (antiinfiammatori non steroidei) e ai cortisonici, andando così ad agire efficacemente sulla cascata infiammatoria. L'unico inconveniente è che ne assorbiamo veramente poca a causa della sua bassa biodisponibilità. Un escamotage potrebbe essere quello di assumere insieme del pepe, anche se comunque il metabolismo epatico fa si che venga eliminata velocemente. Pertanto, è consigliabile il suo uso all’interno di buoni integratori, meglio se in una speciale formulazione liquida. Ulteriore vantaggio degli integratori è quello di ridurre gli effetti tipici di chi mangia troppo speziato, come il bruciore di stomaco. Come inserirla nel quotidiano? Ad esempio, iniziando la giornata bevendo il cosiddetto golden milk (bevanda a base di curcuma, latte vegetale e miele) oppure unendo la curcuma al miele e assumendone un cucchiaino tutte le mattine. Puoi miscelare 100gr di miele con un cucchiaio di curcuma in un barattolino di vetro, così da averla a disposizione tutte le mattine. Il suo effetto antinfiammatorio va ad agire in particolar modo sul benessere delle articolazioni e delle ossa e dona sollievo al dolore tipico osteoartrosico. Altro alimento antinfiammatorio è lo ZENZERO, del quale di solito assumiamo la radice. È una pianta originaria dell'Estremo Oriente. Il suo rizoma, la radice appunto, contiene tutte le proprietà nutritive tipiche di questa pianta. Il principio attivo principale dello zenzero è il GINGEROLO e alcuni studi hanno dimostrato che questo ha capacità antiinfiammatorie paragonabili a quelle del cortisone. L'università di Copenaghen ha paragonato lo zenzero all’ ibubrofene e al betametasone che sono 2 farmaci antinfiammatori. IBUBROFENE è un farmaco appartenente alla categoria dei FANS mentre il BETAMETASONE è un farmaco appartenente alla categoria dei cortisonici. Questa ricerca ha evidenziato un’azione antiinfiammatoria maggiore del IBUBROFENE e pari al BETAMETASONE, perché lo zenzero è in grado di ridurre la produzione di CITOCHINE pro-infiammatorie. Quindi è particolarmente interessante nella gestione delle malattie croniche come l’artrite reumatoide, in cui oltre ad avere questa azione antiinfiammatoria riduce anche il dolore e la rigidità articolare. Inoltre, viene molto usato anche per regolare ed agevolare la funzione digestiva, le funzioni intestinali e l'eliminazione dei gas. Utilissimo anche nei casi di mal di testa (cefalee ed emicranie) muscolo intensive, causate cioè da tensioni muscolari. Terzo super-cibo, i BROCCOLI e in genere le CRUCIFERE (cavolfiore, cavolo cappuccio, cavolo verza, cavolo nero, cavolo rosso, cavolo riccio, cavolini di Bruxelles, cime di rapa, ma ne fanno parte anche la senape, il ravanello, la rucola e il rafano) alimenti importantissimi ricchi tutti di isotiocianato che è una sostanza ricca di zolfo, detta sulforafano, responsabile dell’odore tipico che ben conosciamo, durante la cottura. Il Sulforafano è ormai da tempo oggetto di studio per i suoi effetti benefici riscontrati testandolo, ahimè, su animali o in vitro. Benefici che sono risultati veramente notevoli in quanto hanno dimostrato la sua capacità anti infiammatoria – anti invecchiamento – anti tumorale – anti microbica – anti diabetica – è in grado di abbassare l’ipertensione arteriosa – ha delle capacità anti trombotiche; pertanto si può ben capire tutto l’interesse scientifico che gli gira intorno. Da sottolineare che la modalità di conservazione e cottura sono molto importanti per non disperdere sostanze così importanti; le preparazioni in cui si recupera tutta l’acqua di cottura, zuppe e stufati, sembrerebbero essere le più consigliate. Vietata la cottura al microonde e la surgelazione. Consigliato invece fare cotture molto brevi, scottare rapidamente le foglie in acqua o al vapore, così da lasciare gli ortaggi croccanti, e aggiungere al piatto un fiore di broccolo crudo per garantire il processo di mirosinasi (produzione dell’enzima stimolatore di isotiocianato). Voglio far presenti un paio di trucchetti: poiché il sulforafano viene rilasciato mediante un meccanismo che si attiva con lo sminuzzamento dell’ortaggio, (anche masticazione o triturazione), e una volta formato non si disperde in cottura, possiamo: 1. Spezzettare il broccolo una quarantina di minuti prima di cuocerlo e lo facciamo riposare così che la trasformazione del precursore in sulforafano, avvenga autonomamente, dopodiché passiamo alla cottura. 2. Cuocere i broccoli o le crucifere dopodiché ci aggiungiamo dei semi di mostarda, la quale contiene il precursore che attiva la trasformazione del sulforafano nella verdura cotta. E quest’ultimo si salva nel nostro piatto. ATTENZIONE: In caso di assunzione di anticoagulanti non si possono consumare crucifere; pertanto, sempre d’obbligo il consulto col medico. Altro alimento rispondente alle caratteristiche descritte è sicuramente un protagonista delle nostre tavole, l'AGLIO. Questo appartiene alla famiglia botanica delle liliacee, come l’ erba cipollina e la cipolla , ma anche come il giglio e il tulipano . E, se conosciamo quanto questo in cucina vada a sublimare certi sapori, spesso non conosciamo le sue proprietà nutrizionali. L’aglio ha forti peculiarità antimicrobiche, antiparassitarie, antivirali, antibatteriche ed è anche un efficace antinfiammatorio grazie alla quantità di quercetina che contiene. La quercetina la troviamo anche nelle cipolle, ad esempio, ed è anche un ottimo antistaminico quindi adatta anche in caso di allergie. L’allicina è il principio attivo attivatore di tutte le virtù di questo bulbo la quale, svolge un’azione benefica soprattutto a favore del sangue, della circolazione e della pressione sanguigna. Aiuta gli ipertesi a ridurre la pressione, per questo chi, al contrario, soffre di pressione bassa ne dovrebbe consumare con moderazione. Non dovremmo mai farci mancare inoltre, il THE VERDE, che è composto esclusivamente da foglie di Camelia Sinensis pianta originaria della CINA. Solo recentemente si è diffuso anche in Occidente. Il the verde è ricco di un polifenolo che si chiama Epigallocatechina gallato che è un potentissimo antiossidante e antiinfiammatorio. È utilissimo per drenare i liquidi e per l’equilibrio del peso corporeo. Ha una funzione tonica sull’organismo (in caso di stanchezza fisica e mentale) e contiene caffeina; pertanto, sconsigliato la sera e fortemente sconsigliato in caso di chemioterapia, in quanto le catechine in esso contenute alterano la farmacocinetica e, di conseguenza, l’efficacia. Come tanti altri cibi che sono presenze fisse nelle nostre dispense, non posso non menzionare il CACAO che arriva dalle Americhe e viene chiamato, non a caso, il cibo degli Dei. Quindi cacao e cioccolato, vediamone le proprietà: Ricco di magnesio e ferro, accanto a rame, potassio e manganese. Ben rappresentate le vitamine del gruppo B, la vitamina C, la vitamina E e la vitamina A. Ricchissima la presenza di polifenoli. Ha dimostrato di avere capacità antiinfiammatorie soprattutto legate alle infiammazioni che colpiscono l’endotelio dei vasi, con conseguente arteriosclerosi. Assumerlo saltuariamente o anche quotidianamente in piccole dosi può aiutare nella gestione dello stress ossidativo e dell’infiammazione cronica. In un recente studio spagnolo si è visto che il cacao amaro è in grado di aiutare nella regolazione della pressione arteriosa e nel contenere il danno ossidativo in pazienti con ipercolesterolemia. Inoltre, il cacao migliora la steatosi epatica (fegato grasso per causa non alcolica) che consiste nell'accumulo eccessivo di grasso all'interno delle cellule del fegato. Il cioccolato amaro è anche ricco di triptofano e quindi è un ottimo regolatore anche per il nostro umore; ci permette di avere un maggiore quantitativo di serotonina che è, appunto, un neuro trasmettitore della felicità. Parlo ovviamente di cioccolato amaro e non di cioccolato bianco che di cioccolato non ha neanche l’ombra e neanche di cioccolato al latte ma di cioccolato che abbia un quantitativo di cacao superiore al 70 anche 80%. E vi segnalo adesso anche l’AVOCADO che in natura è ciò che più si avvicina, come composizione, a quella del latte materno. È il frutto della Persea americana, originaria del Centroamerica e diffusasi poi in altre aree tropicali; da diversi anni è coltivata anche nel bacino del Mediterraneo. È una drupa di forma sferica o piriforme che ricorda molto l’utero materno e a questo proposito rendo noto che è un alimento sicuramente da consigliare alle donne in gravidanza, adatto anche ai bambini piccoli, vista la morbidezza della sua consistenza, sempre chiedendo parere al pediatra di riferimento. L’avocado viene definito un frutto, ma fondamentalmente è tutto grassi anche se ha delle componenti molto interessanti. È ricco di Acido Oleico che è un acido essenziale che troviamo anche nell’olio di oliva. L’acido oleico, come nel caso dei broccoli, ha degli isotiocianati cioè dei composti fitochimici (che poi sono responsabili del colore giallo verde della sua polpa) che permettono di lenire o riparare la mucosa gastrica e intestinale. È perciò molto indicato in caso di intolleranze alimentari, morbo di Crohn, rettocolite ulcerosa, colon Irritabile, gas Intestinali. L’avocado è anche molto ricco di vitamine e sali minerali. Ha infatti molto più potassio rispetto a quello che troviamo nella banana. La sua azione antiinfiammatoria si esplica anche a livello di artriti, infiammazioni delle giunture, di infiammazioni e problematiche neurodegenerative; quindi, è assolutamente indicato per la prevenzione di demenza senile, Alzheimer e Parkinson. Agisce anche favorevolmente sulla pelle, aumentandone l’idratazione e donando un colorito più luminoso; ottimo per le occhiaie. Ed essendo molto ricco di fibre, potrebbe essere addirittura considerato un prebiotico, quindi un ottimo alimento per i nostri batteri buoni intestinali, favorendone la colonizzazione. Tutto ciò premesso è facile comprendere che questo frutto possiamo inserirlo in dieta, più volte nella settimana, perché fa benissimo! Altri frutti degni di nota sono i MIRTILLI considerati il cibo forse più ricco di antiossidanti in assoluto, perché ricchi di antociani che sono dei pigmenti vegetali idrosolubili presenti nei fiori, nella frutta, nelle foglie o nei fusti di molte piante ed assumono colore diverso – rosso, azzurro o violetto – a seconda della reazione (rispettivamente acida, alcalina o neutra) dei liquidi cellulari in cui sono disciolti. Gli antociani hanno un potere fortemente antiossidante e antiinfiammatorio e vanno ad agire molto bene soprattutto sulle infiammazioni del tratto genito urinario e quindi candide e cistiti. I mirtilli ci aiutano anche alla detossinazione da metalli pesanti. Sono un ottimo ricostituente per il nostro fegato e sono anche un ottimo prebiotico in quanto ricchi di fibre. Siamo purtroppo abituati a trovarne di coltivati sui banchi del supermercato, ma se riuscissimo ad averne di spontanei, questi sarebbero di gran lunga più ricchi di antiossidanti e il loro potere antinfiammatorio sarebbe decisamente più importante, nonostante le dimensioni sicuramente inferiori. Hanno origini molto antiche e, negli studi sugli Indiani d’America, risulta che essi avessero notato che la pianta dei mirtilli fosse la prima a rinascere dalle ceneri di un incendio. E, di contro, è una pianta che resiste molto bene e aumenta il valore delle proprie proprietà se sottoposta al congelamento che di solito, invece, inficia il valore nutrizionale. Di rilievo in questo elenco la posizione dei SEMI DI CHIA, che sono una vera meraviglia della natura e il loro profilo nutrizionale è importante sia a livello dei macronutrienti che a livello dei micronutrienti: 100 g di semi contengono 5 g di carboidrati, 21 g di proteine e 24 g di acidi grassi non saturi . Grazie a questa composizione, essi agiscono positivamente sullo sviluppo muscolare e assicurano un senso di sazietà più a lungo. Ciò che favorisce questo effetto è che i semi possiedono la capacità di assorbire un quantitativo di acqua nove volte superiore al loro peso. I semi di chia sono originari dell’America centrale e dell’America Latina. Ai tempi degli Atzechi venivano chiamati “semi della forza”. Questo perché sono ricchi di vitamine, di fibre, di antiossidanti e soprattutto di acidi grassi essenziali; infatti, sono la fonte vegetale più ricca di Omega 3, che il nostro corpo non è in grado di produrre autonomamente. Diversi studi hanno dimostrato i numerosi effetti positivi di questi acidi grassi sulla salute complessiva del sistema cardiocircolatorio. Inoltre, essendo ricchi di fibre agiscono anche come mucillagine, cioè facilitano la peristasi intestinale. Sono veramente molto importanti perché vengono per esempio proposti per combattere i trigliceridi alti, l'artrite reumatoide, la depressione, l'Alzheimer e altre forme di demenza, la sindrome da deficit di attenzione, l’iperattività e l'asma. Gli antiossidanti presenti al loro interno bloccano anche l’azione dei radicali liberi, contribuendo a rallentare i processi di invecchiamento, sempre per via della loro caratteristica principale: la capacità di assorbire acqua; questi semi sono in grado di fornire alla pelle un’idratazione duratura dall’interno e in caso di arrossamenti della stessa, la vitamina B3 e lo zinco in essi contenuti, contribuiscono a far tornare la pelle di nuovo elastica. Tuttavia, le persone che tendono ad avere la pressione bassa devono stare attente a non superare la quantità giornaliera consigliata di 15 g. Stessa dose viene consigliata alle persone non abituate ad avere un’alimentazione ricca di fibre, ovvero che non consumano regolarmente (per fortuna) prodotti integrali, e legumi. Se i semi vengono ingeriti già ammollati e con sufficienti liquidi, diminuisce il rischio di costipazione e viene stimolata la digestione. Sono, dunque, un jolly perfetto per la salute e per l’alimentazione sportiva.